La Popolocrazia

Fra distopia ed utopia, la difficoltà di predire l’evoluzione della società umana è sempre stata quella di non eccedere in uno dei due opposti, come espressione ideale dell’amplificazione di alcune tendenze odierne o futuribili nel breve periodo. Nel concretizzare possibili forme di organizzazioni sociali diverse dall’attuale si ripongono molto spesso speranze tradite e timori esasperati, che deviano il corso della realtà in una derivata continua che si distacca di netto dalla linea frastagliata della Storia e tende a perpetuare l’idea iniziale, elevandola ad un dogma non sacrificabile, talvolta al costo di evidenti irrazionalità, tanto da fare assumere all’intero lavoro aspetti infantili e scontati, seppure permeato da un’iniziale e palpabile intuito che rischia purtroppo di non venire percepito da molti.

Nella costruzione di una realtà ipotetica ci si rende presto conto che determinati ostacoli ed errori sono pressoché impossibili da evitare, ma questo rientra nelle regole del gioco -che tale dovrebbe rimanere sempre-, in gran parte dovuti al processo storico di dove, sia localmente che temporalmente, ci si trovava nel momento in cui si delineava lo scenario che si stava allestendo. Solitamente le tecnologie assumono caratteristiche universali, aspetti come la diversificazione di uno stesso strumento per concorrenza o per obsolescenza vengono tralasciati, a meno che non rientrino attivamente nella trama vera e propria della storia, e ciò semplifica notevolmente il nuovo contesto, eliminando problematiche che nella realtà esistono ed esisteranno sempre, come vi saranno sempre persone che verranno danneggiate dal sistema, per quanto equo esso possa apparire.

La fallibilità rientra obbligatoriamente così in qualsiasi contesto sociale si voglia applicare, soprattutto nella realtà, quello che aumenta o diminuisce è la percentuale di popolazione che essa va a colpire anche indirettamente. La Popolocrazia va appresa in questo contesto, non come una formula di democrazia perfetta, né come una forma di autoritarismo atto a soffocare o controllare la propria popolazione, solamente una linea positivista e meritocratica che nell’agosto del 2003 si distaccò dal corso naturale della storia per dare vita ad un possibile, quanto improbabile e per sua stessa natura fallibile universo parallelo di cui, spero, qualcuno possa prendere spunto anche solo per evitarne gli errori.

Quando si dice utopia

Quando si dice distopia

Quando si dice positivismo